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Ultimo Aggiornamento: 26/07/2008 14:46
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Sesso: Femminile
26/07/2008 14:46

Massaggio cardiaco
Lo scopo del massaggio cardiaco è quello di mantenere la circolazione e una sufficiente ossigenazione dei tessuti, è quindi necessario uno specifico addestramento.

Adagiate il paziente in terra, su di una superficie rigida. Chiamate o, meglio, fate chiamare da altri i soccorsi. Cercate di richiamare l'attenzione della vittima chiamandola a voce alta. Evitate di percuoterla e di schiaffeggiarla.

L’esistenza di un arresto cardiorespiratorio può essere verificata velocemente rilevando l’assenza dei movimenti del torace e dell’addome superiore; ponendo il proprio orecchio sulla bocca e sul naso del paziente per accertare l’assenza di ogni flusso d’aria; palpando i polsi arteriosi.

Iniziate la respirazione bocca a bocca. Dopo le prime insufflazioni d'aria controllate subito, per non più di 10 secondi, la presenza del battito cardiaco palpando il polso carotideo.

Eseguite la palpazione del polso carotideo appoggiando il secondo e terzo dito della mano sul collo, lateralmente al pomo d’Adamo. Premete delicatamente e palpate con i polpastrelli, non con la punta delle dita.

Mettetevi lateralmente al paziente e appoggiate il palmo della mano sulla parte centrale del torace, nella sua metà inferiore. Quindi poggiate il palmo dell’altra mano sul dorso della prima e, con le braccia distese e le spalle in posizione perpendicolare al torace del paziente, premete decisamente verso il basso in direzione della colonna vertebrale in modo da ottenere, in un individuo adulto, una escursione di 4-5 cm. Sospendete bruscamente la compressione, permettendo al torace di riespandersi, ma non staccate le mani per non perdere la posizione e per evitare rimbalzi.

Per effettuare un massaggio efficace è indispensabile evitare un comportamento concitato: effettuate le manovre energicamente e senza incertezze, praticando circa 100 compressioni del torace ogni minuto. Nelle fasi iniziali potete mantenere il ritmo contando a voce alta. Ricordatevi di mantenere correttamente la posizione in modo tale da utilizzare il vostro peso, e non i vostri muscoli, altrimenti correrete il rischio di stancarvi velocemente e di rendere inefficace il massaggio.

Il massaggio cardiaco, con la compressione del torace, determina sempre una certa ventilazione polmonare ma con volumi di aria insufficienti ad ossigenare adeguatamente il sangue. Dovete pertanto continuare ad eseguire anche la respirazione bocca a bocca.

Se siete da soli dovete praticare 2 ventilazioni in rapida sequenza (cinque secondi) e 15 compressioni del torace - 2:15.

Se siete in due, 1 ventilazione (in uno o due secondi) va seguita da 5 compressioni - 1:5. Disponetevi ai lati del paziente e alternatevi mantenendo il ritmo quando siete stanchi. Mentre praticate il massaggio, in prossimità del cambio, dite a voce alta all’atto di ogni compressione "Al... prossimo... cinque... si... cambia". Quindi, contate "Uno... due... tre... quattro... cinque" e cambiatevi di posizione con l’altro soccorritore. Se state effettuando la respirazione bocca a bocca ricordatevi di ricontrollare il polso carotideo

Quando il paziente rinviene non lasciatelo alzare. Tutto il corpo, cuore compreso, è impoverito di ossigeno e se la vittima si alza troppo presto, insorge il rischio di un grave collasso. Ponete coperte e indumenti sotto e sopra l’infortunato per riscaldarlo. Mettetelo in posizione di sicurezza.


CANI, GATTI, RETTILI

Lavate subito la ferita sotto l’acqua corrente di un rubinetto, per asportare la saliva dell’animale. Quindi lavate la ferita per cinque minuti con una compressa di garza e con acqua e sapone abbondanti. Risciacquate accuratamente con acqua corrente e ricoprite la ferita con garza sterile.

Consultate subito un medico. Egli curerà meglio la ferita e stabilirà quali precauzioni sarà opportuno prendere per impedire che insorgano la rabbia, il tetano o altre malattie infettive.

Procuratevi l'indirizzo del proprietario, per un successivo controllo della rabbia, se il morso è dovuto a un cane o a un gatto sconosciuti, cercate di catturare l’animale e consegnatelo alla polizia o all’ufficio d’igiene perché venga tenuto in osservazione. Se l’animale riesce a sfuggire o se risulta idrofobo, la vittima deve essere sottoposta a iniezioni antirabbiche.

RETTILI

Nelle nostre regioni, i serpenti velenosi sono soltanto i Viperidi. Il morso è un evento relativamente raro. Il rischio può essere evitato ricordandosi di non camminare in silenzio e senza far rumore. Non infilate le mani tra i sassi, specialmente quelli al sole, e non sedetevi senza prima dare qualche colpo di bastone. Non usate scarpe basse. Sorvegliate il comportamento dei bambini che sono con voi.

In caso di morso di serpente, rassicurate e fate sdraiare la vittima: ciò rallenta la circolazione del sangue e il diffondersi del veleno.

A questo punto mantenete la calma e pensate: è velenoso questo morso? Se lo è, compariranno rapidamente i sintomi dell’avvelenamento: vivo dolore con infiammazione della parte colpita, emorragia a chiazze, sete intensa con secchezza della bocca, seguiti poi da ittero, crampi, agitazione, delirio.

Se viene effettuato un bendaggio compressivo di tutto l’arto leso, con sua completa immobilizzazione, possono passare anche 6 ore prima che si manifestino i primi disturbi. In caso contrario di solito passa circa un’ora. Sappiate che in almeno il 30% dei casi la vipera morde senza iniettare il veleno.

Generalmente il morso interessa un arto. Occorre un rotolo di benda piuttosto spessa e larga (5-10 cm.), meglio se elastica. Si parte a fasciare l’arto iniziando dall’estremità e continuando fino alla radice dell’arto, distendere l'infortunati in posizione supina con la parte morsicata più bassa del cuore.

Non è necessario stringere molto la benda in quanto l’effetto che si vuole ottenere è quello di fermare la circolazione linfatica. Si può stringere come se si dovesse immobilizzare una caviglia dopo una distorsione. A questo punto è altrettanto importante steccare l’arto per immobilizzarlo. Se vi è possibile tenete sopra la parte ferita un pò ghiaccio triturato avvolto in un panno.

Evitate l’uso del laccio emostatico o l’incisione e la suzione della ferita, che hanno sempre dimostrato scarsissima efficacia e sono invece fonte di danni a volte seri.

Chiedete il soccorso il più presto possibile. Se avete ucciso il serpente, portatelo con voi, affinché possa essere identificato.


Naso - Corpi estranei, emorragia
CORPI ESTRANEI


Se il corpo estraneo non esce facilmente, rivolgetevi al medico. Non soffiate il naso con forza. Non provate ad estrarre da voi il corpo estraneo: potrebbe accadervi di spingerlo più profondamente o di danneggiare la mucosa del naso.

EMORRAGIE

Tenete il paziente seduto e tranquillo. Schiacciate tra indice e pollice le ali del naso per 10 minuti. Questo può facilitare la formazione di un coagulo sui vasi sanguigni lacerati.

Se l’emorragia non si ferma, infilate un tampone di carta ripiegata (dello spessore di 6 mm.) sotto il labbro superiore e poi premete energicamente il labbro sul tampone. Ciò può provocare la chiusura dei vasi sanguinanti.

Se anche questo non raggiunge lo scopo, tamponate la narice sanguinante con una striscia di garza sterile, lasciandone all’esterno l’estremità per poterla togliere agevolmente. Tenete il paziente sdraiato, con la testa sollevata e applicategli sulla faccia un panno bagnato d’acqua fredda. Continuate a stringere le ali del naso.

Le leggere emorragie del naso spesso insorgono spontaneamente, o sono causate da irritazione, raffreddore, allergie o ipertensione arteriosa, in modo particolare nei bambini. Fate controllare la pressione sanguigna nell’adulto.

Occhi - Corpi estranei
Non strofinate l’occhio. Lasciate qualche minuto il paziente con gli occhi chiusi per permettere alle lacrime di espellere spontaneamente il corpo estraneo.

Lavatevi con cura le mani. Usando un contagocce a pompetta lavate l’occhio con acqua o con soluzione salina sterile, facendo aprire e chiudere le palpebre. Se non avrete ottenuto alcun risultato esaminate l’occhio tirando in basso la palpebra inferiore e rovesciando in alto la superiore. Se il corpo estraneo è su una palpebra, provate a rimuoverlo usando delicatamente un angolo inumidito di una garza sterile o di un fazzoletto pulito. Se è rimasto sull’occhio non tentate di toglierlo. Fissate sull’occhio una medicazione sterile e consultate un medico.


Orecchi
La cura adatta richiede la diagnosi del dolore: consultate un medico. Per un momentaneo sollievo, sdraiatevi e tenete alta la testa con qualche cuscino. Ponete una borsa d’acqua calda o un termoforo sul lato dolente della testa, orecchio compreso. Non soffiate tenendo chiusa una narice. Non mettete nell’orecchio gocce, unguenti o olio caldo se non lo ha prescritto il medico. Le gocce per il naso (acquose, non oleose) possono ridurre l’eventuale gonfiore della mucosa nasale e dare sollievo alla mucosa dell’orecchio. Un certo sollievo può anche essere ottenuto masticando gomma


Perdita di coscienza

Se vi imbattete in una persona che è in stato d’incoscienza e non sapete perché, innanzi tutto mantenete la calma e mandate qualcuno a chiamare un’ambulanza.

Adagiate il paziente sul dorso e controllate la presenza del respiro e del battito cardiaco: una leggera pressione delle dita sul collo dell’infortunato permette di rilevare la presenza del polso carotideo, ossia l’impulso trasmesso dal battito del cuore.

Eseguite la respirazione artificiale soltanto se la persona non respira o respira con grande fatica. Eseguite anche il massaggio cardiaco nel caso di assenza del battito del cuore.

Esaminate i suoi effetti personali (tasche, portafoglio) preferibilmente in presenza di testimoni, per cercare un eventuale documento dichiarante che la persona è affetta da diabete o da qualche altra specifica malattia.

Se il viso del soggetto è arrossato e il polso è forte, sollevategli leggermente la testa, slacciategli i vestiti, copritelo leggermente e non dategli nulla per bocca.

Se il viso è pallido e il polso è debole, abbassategli leggermente la testa, alzate le gambe, non dategli stimolanti. Se vomita, girate la testa del paziente da un lato per evitare che soffochi.

Non muovete il paziente se non è assolutamente necessario per evitargli ulteriori danni. Non toccate e non spostate gli effetti personali di un estraneo o qualunque cosa che possa essere prova di un delitto o di un tentativo di suicidio, tranne nel caso in cui ciò sia chiaramente indispensabile per salvare la vita della persona.


Posizione di sicurezza
Se dovete assistere un individuo incosciente o parzialmente cosciente fategli assumere la posizione laterale di sicurezza. Assicuratevi, però, che il respiro e il battito del cuore siano presenti e regolari e che non ci sia il sospetto di fratture.

La posizione su un fianco, con la testa in estensione, permette al paziente di respirare senza correre il pericolo di una ostruzione dovuta al rilasciamento della lingua o al vomito. Deve essere raggiunta senza provocare torsioni del capo sull’asse longitudinale della colonna.

Inginocchiatevi a fianco dell’infortunato e slacciategli gli indumenti. Liberategli la bocca da qualsiasi cosa vi sia contenuta: protesi dentaria, materiali organici, ecc.

Estendete la testa. Mettete l’arto superiore del vostro stesso lato lungo il corpo. Piegate il gomito dell’arto superiore opposto in modo tale che avambraccio e mano risultino appoggiati sul torace del paziente. Piegate il ginocchio dell’arto inferiore del vostro stesso lato. Afferrate contemporaneamente la spalla e il bacino dal lato opposto al vostro e ruotate l’infortunato in avanti.

Se potete essere aiutati da un altro soccorritore, fategli tenere la testa durante la rotazione per evitare movimenti inopportuni sul collo.

Quindi, il braccio a contatto con il terreno può restare allungato sotto il corpo; il braccio piegato al gomito presenta la mano a contatto con il terreno e sotto la testa. Mettete sotto la testa dell’infortunato un indumento, stoffa, carta, plastica o qualsiasi materiale flessibile a disposizione in modo tale da poter allontanare facilmente il materiale organico eventualmente defluito dalla bocca.


Punture - ape, vespa, calabrone, formiche, zanzare
APE, VESPA, CALABRONE


Disinfettate la cute e, se è possibile, togliete il pungiglione sollevandolo o rimovendolo con un ago sterile, senza spremere per non iniettare più veleno. Fate scorrere acqua fredda sopra e attorno alla puntura per alleviare il dolore e ostacolare i fenomeni infiammatori, oppure applicate del ghiaccio. Una pomata antistaminica può calmare il prurito.

Le vittime di molteplici punture (causate da sciami d’insetti) devono immergere le zone colpite in un bagno fresco in cui sia stato disciolto del bicarbonato di sodio (un cucchiaio da minestra per ogni litro d’acqua).

Alcune persone allergiche reagiscono in modo violento alle punture d’insetto: in questi casi può presentarsi la necessità di un intervento urgente del medico.

FORMICHE, ZANZARE

Lavate le parti colpite con acqua e sapone e applicatevi una pasta che otterrete mescolando bicarbonato di sodio con un poco di acqua oppure usate una pomata antistaminica. Coprite la puntura con un panno imbevuto di acqua gelata se c’è gonfiore.


Punture - Pesci velenosi, ricci di mare. Contatto con meduse
La puntura più frequente, nei litorali a fondo sabbioso, è quella del pesce ragno che dà un dolore locale talora violentissimo. Se possibile, si deve far uscire al più presto il veleno iniettato, spremendo la zona della puntura. Poi disinfettare e applicare sulla parte dolente una pomata antistaminica.

Per le punture con aculei di ricci di mare, bisogna anzitutto cercare di estrarre l’aculeo con una pinzetta o con un ago sterile. Fate attenzione: gli aculei sono fragili e si spezzano facilmente. Disinfettate accuratamente. Se la puntura è al piede evitate assolutamente di camminare a piedi nudi per prevenire infezioni.

Il contatto con meduse può provocare sulla pelle una reazione locale. Se ne venite colpiti, dovete staccare dolcemente la medusa, per non peggiorare la situazione, preferibilmente usando un pezzo di stoffa.Lavate la parte colpita con abbondante acqua salata o applicate subito della sabbia calda, poi disinfettate. Infine trattate con pomate antistaminiche per lenire l'infiammazione locale.


Punture - Scorpioni, ragni, zecche
SCORPIONI E RAGNI


Sdraiate la vittima, tenendola tranquilla e coperta. Rassicuratela: le specie presenti alle nostre latitudini non sono pericolose. Può comparire un leggero arrossamento e gonfiore attorno alla puntura. Applicate del ghiaccio sulla zona colpita per ostacolare l’assorbimento del veleno.

ZECCHE

Di solito riuscirete a far distaccare la zecca coprendola con un batuffolo di cotone imbevuto di etere. Attenzione a non inalare i vapori di etere! In breve tempo la zecca lascerà la presa sulla cute.

In alternativa potrete tentare di ottenerne il distacco con qualche goccia di trementina o toccandola con un ago arroventato o con la punta di una sigaretta accesa. Altrimenti, non cercate di strappare via la zecca. Copritela completamente, invece, con olio denso o vaselina o altra pomata in modo da impedire la respirazione dell’insetto. Di solito ciò ne provoca il distacco entro mezz’ora.

Se anche questo metodo non servisse, staccate la zecca con un paio di pinzette, lentamente e con delicatezza per non schiacciarla e in modo da asportarne tutte le parti della testa (evitate di toccare le zecche con le mani). Quindi lavate per cinque minuti la zona colpita con acqua e sapone.

Le zecche possono trasmettere diverse infezioni, ma di solito ciò non accade se non rimangono attaccate a lungo. Se la sede della morsicatura appare infiammata e gonfia o se insorge la febbre, avvertite il medico


Schegge
Lavatevi le mani e poi la pelle intorno alla scheggia con acqua e sapone. Usate un disinfettante, possibilmente a base di iodio. Con un ago sterile, delicatamente, allentate la pelle intorno alla scheggia ed estraetela usando un paio di pinzette. Fate uscire qualche goccia di sangue spremendo delicatamente la ferita. Disinfettate e coprite con un cerotto medicato. Se la scheggia si rompe o è penetrata profondamente, ricorrete a un medico.


Scottature solari
Se la pelle è arrossata, ma senza vesciche, usate una crema emolliente ed idratante. Se si sono formate vesciche o si tratta di estese scottature, proteggetele con una medicazione sterile inumidita con una leggera soluzione di bicarbonato di sodio (due cucchiai da minestra per ogni litro d’acqua). Non usate pomate grasse. Non esponete al sole le zone scottate finché non sono completamente guarite.

Le scottature gravi o estese, in particolare quelle del volto, devono essere curate subito da un medico.


Shock
In ogni grave lesione (ferite sanguinanti, fratture, ustioni estese o profonde) aspettatevi sempre la comparsa dello shock e agite in modo da ridurlo.

I suoi sintomi sono: la pelle pallida, fredda, sudaticcia; il polso frequente e piccolo; il respiro superficiale, frequente o irregolare. Il ferito è spaventato, irrequieto, apprensivo.

Sdraiate il paziente con la testa più bassa dei piedi.
Slacciategli i vestiti.
Copritelo leggermente, ma senza farlo sudare. Non applicate calore come, per esempio, un termoforo. Lo scopo da raggiungere è di conservare il calore del corpo, non di surriscaldare il paziente.
Nel caso di lesioni alla testa o al petto, sollevate la testa e le spalle del paziente con cuscini o indumenti arrotolati in modo che la testa sia circa 25 cm. più in alto dei piedi. Se il paziente comincia a respirare con difficoltà, abbassategli la testa come descritto al punto 1.
Se il paziente è cosciente e ha sete, nel caso di un previsto lungo ritardo dei soccorsi, fategli bere ogni tanto qualche sorso di acqua pura (né molto calda né molto fredda).
Non dategli acqua se ha nausea o se ha una profonda ferita all’addome. Non dategli mai alcolici o stimolanti.


Singhiozzo
Fate una inspirazione profonda e trattenete il fiato il più a lungo possibile. Se questo non fa cessare il singhiozzo, sorseggiate lentamente qualche bicchiere di acqua fredda. Oppure fate gargarismi per un minuto o due con acqua calda o fredda. Oppure mettete naso e bocca sull’imboccatura di un sacchetto di carta e respiratevi dentro per qualche minuto: l’accumulo di anidride carbonica, così causato, qualche volta fa cessare il singhiozzo. Se questo si protrae per un’ora o più, consultate un medico.

Per il singhiozzo dei lattanti provate a farli eruttare dando loro qualche colpetto sulla schiena. Se ciò non dà alcun risultato, fate loro succhiare un cucchiaino che avrete inumidito e poi intinto nello zucchero


Slogature
SLOGATURE, LUSSAZIONI


Non muovete l’articolazione. Se la slogatura è di una mano, di un braccio, di una spalla o della mandibola e quindi il paziente può muoversi senza pericolo, conducetelo da un medico o in ospedale. Se il paziente non può muoversi (per esempio perché è slogata l’anca), chiamate l’ambulanza. Per diminuire il gonfiore e alleviare la sofferenza, applicate sulla parte colpita una borsa di ghiaccio.

STORTE, DISTORSIONI

Sollevate l’articolazione colpita e mettetela in posizione comoda. Ponetele sopra una borsa di ghiaccio o un impacco freddo per calmare il dolore e il gonfiore.

Se la distorsione interessa una caviglia, evitate di camminare o di stare semplicemente in piedi. Se siete in montagna e se siete obbligati a camminare potete usare una benda elastica di 10 cm. di altezza: incominciate dalla base delle dita del piede, procedendo regolarmente e stringendo moderatamente. Se la lunghezza della benda lo consente potete arrivare fin sotto al ginocchio. Aiutatevi con un bastone.

Le distorsioni gravi devono essere esaminate dal medico per scoprire eventuali fratture.


Soffocamento - Respirazione artificiale
Osservate il petto del paziente. Se egli non respira - per annegamento, shock, folgorazione, vapori chimici o asfissia, o per qualsiasi causa - eseguite la respirazione bocca a bocca.

Agite con prontezza. Chiamate o fate chiamare l’ambulanza al più presto possibile. Attenzione: assicuratevi anzitutto della incolumità vostra e del paziente. La respirazione bocca a bocca può essere pericolosa per il soccorritore in caso di sostanze velenose (acido cloridrico, ammoniaca, biossido di zolfo, acido nitrico). In questi casi è possibile da parte di esperti praticare la respirazione con apparecchi speciali. In caso di folgorazione, assicuratevi prima che il contatto della vittima con la corrente elettrica sia interrotto. Se sono presenti gas o fumo, portate l’infortunato all’aperto.

Adagiatelo sulla schiena. Toglietegli dalla bocca con le dita ogni eventuale corpo estraneo. Mettetegli una mano sotto il collo e sollevatelo. Tirate il più possibile indietro la testa tenendone con l’altra mano la sommità. Tirate il mento verso l’alto per rovesciare indietro la testa al massimo. Aprite la bocca, spostando la mandibola dall’alto in basso.

Dovete sospettare un trauma del collo, con la possibilità di una frattura, in ogni caso in cui sia avvenuta una caduta a terra o un incidente. In questi casi è fondamentale evitare i movimenti del collo, cercando il più possibile di mantenere la testa e il collo in asse con il tronco della vittima. La pervietà delle vie aeree può essere ottenuta sublussando la mandibola. Ci si pone dietro la testa della vittima, in asse con il suo corpo, si afferra la mandibola con le due mani e con le dita prossime al mento come in figura, si apre la bocca ruotando la mandibola e mantenendo il collo in asse.

Controllate di nuovo la presenza del respiro spontaneo sia osservando i movimenti del torace sia accostando la vostra guancia alla bocca del paziente. Se il paziente respira, mettetelo inposizione di sicurezza. Se il paziente non respira appoggiate fortemente la bocca su quella dell’infortunato, chiudetegli il naso, e soffiate con forza sufficiente a fargli sollevare il petto. Se si tratta di un bambino, soffiategli contemporaneamente nella bocca e nel naso.

Scostate la bocca e ascoltate per sentire il soffio dell’aria esalata. Ripetete il procedimento. Se non c’è esalazione d’aria, ricontrollate la posizione della testa e della mandibola. La lingua dell’infortunato potrebbe impedire il passaggio dell’aria. Provate di nuovo.

Se non ottenete alcun risultato, girate su un fianco l’infortunato e percuotetelo energicamente alcune volte tra le scapole per smuovere dalla gola un corpo estraneo. Se si tratta di un bambino, tenetelo per qualche momento a testa in giù, poggiandovelo su un braccio o sulle ginocchia e dategli qualche colpo tra le scapole. Pulitegli bene la bocca.

Riprendete la respirazione bocca a bocca. Soffiate per 1,5-2 secondi, possibilmente osservando con la coda dell'occhio il movimento del torace. Quindi, allontanate la vostra bocca da quella della vittima: l'aria uscirà da sè. Un ciclo insufflazione-respirazione corretto dura più o meno 3 secondi. Se preferite mettete un fazzoletto sulla bocca della vittima e soffiate attraverso il fazzoletto ma sappiate che questo sistema non riduce il rischio di contrarre infezioni. Non smettete finché l’infortunato non comincia a respirare spontaneamente!

Ricordatevi sempre di controllare la presenza del battito cardiaco: una leggera pressione delle dita sul collo dell’infortunato permette di rilevare la presenza del polso carotideo, ossia l’impulso trasmesso dal battito del cuore. In caso di assenza del battito (polso), la respirazione artificiale va abbinata col massaggio cardiaco. Se siete da soli dovete praticare 2 ventilazioni e 15 compressioni del torace. Se siete in due, 1 ventilazione va seguita da 5 compressioni.

Quando rinviene non lasciatelo alzare. Tutto il corpo, cuore compreso, è impoverito di ossigeno e se la vittima si alza troppo presto, insorge il rischio di un grave collasso. Ponete coperte e indumenti sotto e sopra l’infortunato per riscaldarlo. Mettetelo in posizione di sicurezza.


Tagli, graffi, escoriazioni
Per prevenire la possibilità di infezioni, lavatevi accuratamente le mani prima di medicare una ferita. Pulite la pelle intorno alla ferita con garza sterile, acqua corrente e sapone. Lavate la cute circostante procedendo dalla ferita verso l’esterno e non viceversa.

Quando la zona circostante è pulita, lavate la ferita stessa con acqua corrente e sapone per cinque minuti usando garza sterile e rinnovandola frequentemente. Togliete con cura ogni traccia di sporcizia e ogni frammento. Se è necessario usate un ago sterile o un paio di pinzette, bollite per 10 minuti, per togliere frammenti di corpi estranei.

Applicate con garza sterile un disinfettante a base di iodio o un disinfettante non alcolico sulla cute circostante la ferita. Alla stessa maniera, disinfettate la ferita con acqua ossigenata. Quando il disinfettante è asciutto, coprite la ferita con garza sterile che fisserete con il cerotto o con una benda.

Ricordate che in ogni ferita si annida il rischio del tetano. In quelle profonde, estese o sporche il rischio è particolarmente grave. Se il ferito è stato in precedenza immunizzato mediante vaccinazione con anatossina tetanica e l’immunità è stata poi mantenuta con i successivi richiami, al momento dell’incidente basterà una dose di vaccino per assicurare una sufficiente protezione. Ma se il soggetto non è stato vaccinato (o lo è stato da molto tempo) il vaccino non può agire con sufficiente rapidità e si dovrebbe iniettare allora il siero antitetanico, che è un derivato del sangue umano. Chiedete informazioni al vostro medico e fate il vaccino!

Sorvegliate attentamente la comparsa eventuale dei seguenti sintomi d’infezione, che possono manifestarsi anche dopo alcuni giorni:

arrossamento, calore, dolore della zona circostante la ferita;
striature rosse che s’irradiano dalla ferita su per il braccio o la gamba;
gonfiore attorno alla ferita, accompagnato da brividi o febbre.
Sappiate che questi sintomi d’infezione non hanno nulla a che fare con il tetano. Se l’infezione compare.

maluan65
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